Allevamento Vitelli, General - 9 Aprile 2020

In questa serie spiegheremo i dettagli relativi alle materie prime utilizzate nei prodotti Denkamilk. La  prima parte si concentrerà sulle diverse fonti disponibili di proteine: prodotti lattiero-caseari e vegetali. Un ulteriore articolo si focalizzerà sui grassi e sugli additivi impiegati  per supportare la digeribilità dei prodotti e la salute degli animali.

Fonti proteiche del latte

La formulazione di un sostituto del latte in polvere dovrebbe sempre essere in funzione delle capacità digestive dell’animale. Nel contesto della nutrizione dei giovani animali il livello proteico e la loro qualità giocano un ruolo fondamentale. Le proteine di origine lattiero-casearia forniscono gli aminoacidi necessari per produrre proteine corporee in modo che, ad esempio, gli organi e i muscoli possano crescere. Il contenuto di proteine grezze nella maggior parte dei sostituti del latte in polvere è compreso tra il 19% e il 24%. Ma che cosa ci indicano realmente queste cifre sulla reale qualità delle proteine? L’efficacia del loro utilizzo dipende dalla loro digeribilità, dal profilo aminoacidico e dall’energia disponibile proveniente dai grassi e dai carboidrati. La digeribilità apparente delle proteine di origine lattiero-casearia di un sostituto del latte in polvere è superiore al 90%. Sono decenni che Denkavit si impegna a condurre studi sulla digeribilità delle materie prime di origine lattiero-casearia. Di quali fonti proteiche stiamo quindi parlando?

La Figura 1 mostra quali sono Ie principali materie prime di origine lattiero-casearia e le loro reciproche relazioni. L’adeguatezza o meno di una materia prima nella nutrizione dei giovani animali dipende dalla qualità, dalla digeribilità e dal livello di azoto non proteico (NPN). Le materie prime come il latte scremato in polvere (SMP )e il concentrato proteico del siero in polvere (WPC) rappresentano delle fonti proteiche di altissima qualità con una composizione amminoacidica simile fra loro e un basso tenore di NPN. Entrambi sono spesso utilizzati per la preparazione dei sostituiti del latte in polvere per i bambini e sono anche molto adatti per i giovani animali.

Figura 1. Processo di lavorazione delle materie prime lattiero-casearie.

Fonti proteiche del siero di latte

In commercio esistono sempre più tipologie di prodotti lattiero-caseari a base di WPC, anche in umana. Questa materia prima varia notevolmente per quanto riguarda il contenuto in proteine, ceneri e NPN, forse varia ancora di più in termini di qualità e digeribilità. A causa di questa grande differenza di qualità delle materie prime di partenza risulta ancora più importante essere a conoscenza dei processi produttivi e il loro effetto sulla digeribilità dell’animale.

Nei sostituti del latte in polvere può accadere di trovare il permeato del siero di latte che è un sottoprodotto della produzione di WPC. È importante sapere che il WPC ha un tenore più elevato in proteine e un contenuto inferiore di NPN. Per questi motivi, quando il permeato del siero di latte viene utilizzato come materia in un sostituto del latte in polvere, è necessario compensare la differenza nei livelli di nutrienti con altre materie prime. Poiché il permeato del siero di latte ha un contenuto di ceneri più elevato, il suo sapore è meno attraente. Questo è un problema, specialmente quando si parla di giovani animali subito dopo la fase di somministrazione del colostro. È difficile stabilire da un’etichetta se un sostituto del latte in polvere contiene materie prime di alta qualità o materiali più economici perché le materie prime del siero di latte sono spesso tutte dichiarate come siero di latte in polvere. In realtà esistono grandi differenze tra queste materie prime del siero di latte, anche nella loro digeribilità e qualità. Alla fine, sono gli animali che indicano se un prodotto lattiero-caseario è buono o meno, questo non può essere letto su un’etichetta!

Materie prime a base di polvere di latte magro (SMP)

Esistono in commercio svariati sostituti del latte a base di SMP. Questi differiscono fra loro per origine e qualità. Una delle caratteristiche più importanti che differenzia le fonti di SMP è la qualità della coagulazione. La fonte principale della proteina nella SMP è la caseina, essa viene correttamente digerita nel duodeno solo dopo che si è coagulata (cagliata) nell’abomaso. Quando il latte viene ingerito, passa attraverso i primi tre stomaci ed entra poi nell’abomaso. Grazie all’azione degli acidi e delle proteasi la coagulazione avviene qui quasi immediatamente.

Figura 2. Illustrazione degli stomaci dei giovani ruminanti. A: rumine, B: reticolo, C: omaso seguito dall’abomaso. La freccia indica la direzione del flusso del latte. La coagulazione avviene nell’abomaso.

Una di queste proteasi è la rennina, essa è attiva a pH tra 5 e 6, è indispensabile per la formazione del “formaggio”  (Figura 2). Questo processo enzimatico elimina il glicol-macropeptide dalla molecola della caseina in modo che non rimanga più in soluzione come proteina micellare ma precipiti come cagliata. Se l’SMP non si coagula o si coagula solo parzialmente nell’abomaso, la caseina indigerita passa nell’intestino tenue.

Questa situazione aumenta il rischio di problemi intestinali da cause alimentari, specialmente durante le prime settimane di vita dell’animale. La capacità della polvere di latte magro (PLM) di coagulare bene dipende dalla qualità e dal processo di produzione. Riteniamo pertanto indispensabile fare dei test di coagulazione nel nostro laboratorio (Figura 3) prima di approvare questa materia prima ad entrare nel processo produttivo dei sostituti del latte in polvere,.

La coagulazione

Sono diversi i fattori che svolgono un ruolo decisivo nel processo di coagulazione nell’abomaso. La percentuale di SMP nel prodotto, la concentrazione del latte ed eventuali pressioni infettive in azienda hanno tutti un grande impatto. Ecco perché è importante avere sempre un prodotto di buona qualità, utilizzare la giusta procedura di preparazione del latte in polvere e garantire che la gestione dei propri animali sia corretta al fine di prevenire problemi.

Figura 3. Esempio di buona coagulazione (a sinistra) e moderata (destra)

 

 

 

 

 

 

Oltre alle materie prime di origine lattiero-casearia, è possibile impiegare le materie prime di origine vegetale come fonte proteica nei sostituti del latte in polvere. Nel prossimo articolo parleremo di questo interessante gruppo di materie prime.

Ci sono ulteriori curiosità su questo argomento? Gli specialisti Denkavit sono sempre a disposizione. Si prega di completare il modulo e sarete contattati!

  • Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.